È molto raro, come giustamente fa notare Luigi Bolognini, che un gruppo musicale abbia il consenso di pubblico, compreso il pubblico giovane, e di critica. I Baustelle ci sono riusciti e hanno addirittura vinto il premio di disco dell’anno della 33ª edizione del Premio Tenco, la rassegna della canzone d’autore italiana.
Si sono fatti conoscere dal grande pubblico con uno dei tormentoni del 2008, Charlie fa surf, con la quale hanno bonariamente preso in giro gli stessi adolescenti che hanno acquistato il disco. Da poco è uscito il loro nuovo album, dal titolo Amen, nel quale si sono espressi a 360 gradi: hanno fatto musica per i giovani, per i meno giovani, per coloro che hanno aspettative politiche, e per quelli che sono abituati all’eleganza della canzone d’autore italiana.
Lo stile di questi tre giovani è proprio questo. Usano con disinvoltura gli strumenti elettronici, scrivono canzoni dal titolo emblematico come Il liberismo ha i giorni contati, poi si presentano alla rassegna della musica d’autore dedicata a Luigi Tenco e cantano candidamente accompagnati da un quartetto d’archi.
Diciamo fin da subito che l’impronta cantautorale è data al gruppo maggiormente dal cantante e leader della band, Francesco Bianconi. Lui stesso ha più volte ammesso di subire il fascino e l’influenza dei cantautori francesi e di Piero Ciampi. Gli altri due membri del gruppo, Rachele Bastreghi, voce e tastiere, e Claudio Brasini, il chitarrista, sono più rockettari.
L’intento della canzone Charlie fa il surf non era esattamente quello di sfottere i giovani ma di istigarli alla riflessione: “Magari qualcuno si sentirà preso in giro da una canzone che non capisce, ma intanto inizierà a pensare", ha precisato Bianconi al quotidiano la Repubblica. Che dire poi della loro vena profetica espressa nella stessa canzone Il liberismo ha i giorni contati, scritta quando ancora la crisi finanziaria ed economica che ci attanaglia non era ancora incominciata?
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